Il 2008 è stato un anno di particolari cambiamenti riguardo le operazioni bancarie, con l’introduzione di nuove sigle e codici che hanno sostituito quelli precedenti. Tra questi rinnovamenti è presente anche il Cro, utilizzato per la semplificazione di transazioni di denaro. Tale codifica alfanumerica ha generato in alcuni casi della confusione, risolte successivamente con l’ammodernamento dei sistemi informatici bancari. Ma cos’è il Cro e a cosa serve?
Cos’è il Cro
Il codice Cro è formato da undici numeri indispensabili per l’individuazione di un’operazione bancaria. Oggi il bonifico bancario rappresenta il sistema più adoperato per effettuare spostamenti di somme da un conto ad un altro. In questi casi urge la compilazione della distinta del bonifico, inserendo i dati riferiti alla transazione da effettuare, cioè il codice IBAN, la causale ed il nome della banca. Con l’incremento della digitalizzazione ed il grande aumento delle transazioni online, è nata l’esigenza di identificare le operazioni tramite un codice di riferimento, appunto il Cro. Esso è unico per ogni singola operazione effettuate ad un unico cliente, delle cifre che lo compongono le ultime due sono definite di controllo. Alcuna operazione bancario è priva del Cro, proprio essendo la sua funzione indispensabile per l’accertamento sul buon fine della transazione.
Il Cro consente al beneficiario del pagamento di verificare se ha ricevuto la somma. Di conseguenza questo codice rappresenta la garanzia che l’operazione è stata eseguito correttamente. Esistono casi in cui assieme al Cro è associato il TRN, cioè il Transaction Reference Number, formato da trenta cifre. È stato adoperato dal 2016 ed è una forma di evoluzione del Cro stesso dovuta all’avvento della SEPA, per quanto riguarda le operazione tra i Paesi dell’UE e quelli che hanno aderito alle condizioni bancarie dell’unione.
Come si trova o come richiederlo
Il Cro consente di identificare un’operazione bancaria, di conseguenza adoperandolo si può risalire ad un pagamento inserendolo nel sistema informatico dell’istituto bancario. Esso può essere anche richiesto dai creditori che vogliono la conferma del pagamento da parte del debitore. In questo caso serve individuarlo nella ricevuta di pagamento oppure presentare richiesta presso lo sportello della banca dove è stata eseguita l’operazione. È prasi che il codice Cro venga fornito dopo alcuni giorni dall’ordine di bonifico bancario. Nel nostro Paese è presente anche nel caso in cui l’operazione è stata effettuata tramite le Poste Italiane. Sarà individuabile nella ricevuta rilasciata dopo il pagamento, l’unica differenza è che sarà formato da quindici cifre. Ciò poiché le prime quattro servono ad identificare le Poste Italiane, le altre costituiscono il Cro bancario.
Verifica del codice Cro
La verifica sull’esattezza del codice si può effettuare ovviamente presentando richiesta allo sportello bancario o delle Poste Italiane dove è stata eseguita l’operazione. È possibile anche eseguire una verifica online, senza bisogno di doversi recarsi fisicamente presso uno sportello. Basta connettersi al servizio Verificacro.it e digitare il codice Cro di riferimento nel campo presente nella pagina. In questo caso si può copiare il Cro oppure il TRN. Nel caso in cui il codice inserito è esatto, dovrebbe comparire una scritta in verde di conferma. In caso contrario il colore sarà rosso. Da rammentare che il servizio può non confermare la sicurezza che il bonifico sia andato a buon fine e che sia avvenuta la transazione. Serve esclusivamente a controllare che il codice inserito è esatto oppure errato.
Il codice Cri
Distinzione importante è quella tra codice Cro e Cri. Come abbiamo visto il primo serve per quelle operazioni bancarie che servono allo spostamento di denaro da un conto ad un altro tra banche. Il codice Cri individua le operazioni effettuare esclusivamente all’interno di uno stesso istituto bancario. Esso è il codice di riferimento interno, ma in sostanza i due codici svolgono la stessa funzione.