Nel mercato del credito la rapida evoluzione dei contesti, delle condizioni applicate ai mutui e delle richieste da parte dei contraenti, hanno determinato un incostante e differente richiesta di mercato, che ha trovato risposte già dettate da organismi autoritari, ciò ha avuto e sta avendo conseguenze di “sfogo” che ritroviamo in maniera pragmatica nei trend di richiesta per le surroghe dei mutui già contratti, come riporta mutuoprimacasaonline.it. Analizziamo gli andamenti dell’anno corrente, gli impatti sul mercato creditizio nell’economia reale da lato della domanda e dell’offerta.
Come ormai da tempo abbiamo avuto modo di notare, numerosi sono i cambiamenti che questa pandemia ha portato nelle nostre vite. Il mercato del credito è stato fortemente influenzato, soprattutto per via delle decisioni di politica economica, divenute necessarie data la situazione di crisi. Tali decisioni, attuate dagli organismi comunitari e nazionali hanno influenzato sul versante dell’offerta le condizioni di accesso al credito, mentre dal lato della domanda, il cambio dei comportamenti da parte dei contraenti, la paura e l’incertezza verso il futuro, hanno portato nelle prime fasi della pandemia ad una contrazione del mercato creditizio, per poi tornare ad espandersi e a crescere incessantemente per settimane intere, in seguito a procedure mirate ad agevolare l’accesso al credito a condizioni agevolate.
Il fronte dell’offerta
Come spesso accade in una situazione di crisi, la prima risposta che è arrivata dalle banche Centrali, è stata di politica monetaria, che con metodi convenzionali e non, ha dato impulsi diretti all’economia reale. Tali politiche tuttavia, sono strettamente correlate ai margini di manovra a disposizione, sui tassi d’interesse. Capiamo quindi, che istituti come la BCE hanno avuto margini di manovra molto più limitati rispetto alla FED (federal reserve), dato che nell’area Euro i tassi d’interesse sono da tempo a livelli molto bassi e in alcuni casi negativi. Tuttavia, La BCE si è vista costretta ad effettuare operazioni “speciali” a Marzo, con l’emissione di LTRO (long term refinancing operation) e TLTRO3 (Targeted Long Term Refinancig Operation), tese a favorire l’erogazione del credito bancario all’economia reale, a un costo minore e per un più
elevato ammontare complessivo di fondi, a cui le banche quindi, possono accedere, in funzione dello stock di prestiti concessi al settore privato. Risulta palese l’incidenza che hanno tali decisioni macroeconomiche, se si aggiungono anche quelle relative al tasso di rifinanziamento degli istituti, sull’offerta territoriale delle singole concessioni, da parte dei vari istituti di credito.
In relazione al mercato dei mutui, per analizzare dal versante macroeconomico l’andamento e le condizioni degli stessi, occorre focalizzarsi su tre indici : Eurirs, Euribor, tasso BCE.
L’impatto del covid sulla domanda
Nei primi mesi di lockdown il crollo finanziario ed economico, unito alla situazione di incertezza e paura, aveano fatto stagnare il mercato creditizio, fino a quando non sono arrivate risposte economico sociali che hanno permesso non solo l’accesso al credito, ma anche il rimpasto dei mutui attraverso le surroghe. Questo ha spinto i debitori a permutare il debito contratto con una banca ad un altro istituto che offrise condizioni di accesso al credito migliori, in termini di tasso d’interesse e/o spread (ovvero il guadagno della banca).
Un altro fenomeno “sfogo” dal lato dei consumatori sono state le sopensioni dei mutui, grazie alla possibilità indetta dalla moratoria varata dal governo. Tuttavia, dall’analisi del Crif emerge che circa la metà del totale di richieste sono mutui immobiliari sulla prima casa. Infine, data l’incertezza che continua ad esserci tutt’oggi, per quanto riguarda la situazione epidemiologica, risulta confermarsi il trend di scelta di interessi fissi, di fronte alla costante incertezza e volatilità che caratterizza invece i tassi d’interesse variabili.
Dunque, molteplici sono stati i cambiamenti che questa Pandemia ha comportato nel settore creditizio, sia dal lato della domanda che dell’offerta, come molteplici sono state le risposte, tuttavia, la situazione è in adeguamento e cambiamento costante. Nella settimana tra il 5 e l’11 ottobre è stato registrato un decremento del -7,9% dell’importo medio dei mutui, primo e unico dato negativo dopo 4 mesi di crescita ininterrotta. I dati ci dimostrano quindi che anche se con tempi più lunghi le ripercussioni dell’incertezza sull’evolversi della pandemia, hanno ripercussioni su tutti i livelli d’intermedialità, con manifestazioni pratiche nei mercati del credito, in termini di : volatilità, incertezza, tassi bassi e/o negativi ed ancora incertezza.