Il 2008 è stato un anno di particolari cambiamenti riguardo le operazioni bancarie, con l’introduzione di nuove sigle e codici che hanno sostituito quelli precedenti. Tra questi rinnovamenti è presente anche il Cro, utilizzato per la semplificazione di transazioni di denaro. Tale codifica alfanumerica ha generato in alcuni casi della confusione, risolte successivamente con l’ammodernamento dei sistemi informatici bancari. Ma cos’è il Cro e a cosa serve?
Cos’è il Cro
Il codice Cro è formato da undici numeri indispensabili per l’individuazione di un’operazione bancaria. Oggi il bonifico bancario rappresenta il sistema più adoperato per effettuare spostamenti di somme da un conto ad un altro. In questi casi urge la compilazione della distinta del bonifico, inserendo i dati riferiti alla transazione da effettuare, cioè il codice IBAN, la causale ed il nome della banca. Con l’incremento della digitalizzazione ed il grande aumento delle transazioni online, è nata l’esigenza di identificare le operazioni tramite un codice di riferimento, appunto il Cro. Esso è unico per ogni singola operazione effettuate ad un unico cliente, delle cifre che lo compongono le ultime due sono definite di controllo. Alcuna operazione bancario è priva del Cro, proprio essendo la sua funzione indispensabile per l’accertamento sul buon fine della transazione.